La storia
L’edizione 1979 del Festival di Sanremo torna ad essere organizzata da Gianni Ravera, il quale cerca di rinverdire la manifestazione.
Al timone del Festival c’è Mike Bongiorno affiancato dalla bambola-sexy Anna Maria Rizzoli che certamente non aiuta il re del quiz, con la sua poca preparazione artistica. La direzione orchestrale viene affidata ad El Pasador. Questo festival è soprannominato il “festival del riflusso” da Mike Bongiorno che dice di capire che anche i giovani stanno recuperando i vecchi valori che si erano andati perdendo negli anni passati. Dunque tra i vecchi valori viene recuperato anche il Festival di Sanremo. Questa edizione è ricca di ospiti di spicco che hanno a disposizione sei minuti ciascuno per presentare brani della loro nuova produzione. Così si alternano sul palco sanremese Riccardo Cocciante che presenta “Canzone ad un amico”, Iva Zanicchi che propone alcuni brani dal suo ultimo album “D’Iva”, i Matia Bazar che cantano “Tu semplicità”, Mia Martini che sponsorizza il suo nuovo album scritto interamente da Ivano Fossati e dal quale trae “Danza” da regalare al pubblico sanremese. Tanti sono gli ospiti stranieri dalla rocker Tina Turner al greco Demis Roussos che è in cima alle classifiche con la sua “Dolce veleno” all’argentina Susana Rinaldi. Completano il cast degli ospiti i comici Gigi Proietti e Pippo Franco che strizza l’occhio ai più piccoli con “Mi scappa la pipì papà”. La sigla di chiusura è affidata alla Schola Cantorum. Anche Alan Sorrenti avrebbe dovuto essere ospite al Festival con la sua “Tu sei l’unica donna per me” ma alla fine dà forfait. Alla vigilia del Festival c’è grande fervore. Si aspettano con ansia i nomi dei designati partecipanti. Tanti sono gli esclusi da Luisa Bucciarelli ad Anna Rusticano, dai Santarosa a Michele Pecora. Ventidue sono le canzoni in gara di cui solo dodici accedono alla serata conclusiva che viene trasmessa in diretta ed in Eurovisione, così come delle serate precedenti la Rai manda in differita i momenti più salienti della serata. Molto eterogenee sono le canzoni in gara: dalle easy-listening dei Collage che propongono “La gente parla” alla sdolcinata “Il diario dei segreti” degli Opera, alla supermelodica “In due” proposta da Michele Vicino, alla rockeggiante “Talismano Nero” presentata da Gianni Mocchetti. Massimo Abbate presenta invece “Napule cagnarrà” che si è guadagnata l’ammissione al Festival essendo la vincitrice del concorso “Una canzone per il Festival” vinto dalla sua autrice Wanda Montanelli. Anche la canzone d’autore è presenta grazie alla surreale “A me mi piace vivere alla grande” di Fanigliulo che otterrà immediato successo, all’incalzante “Ciao Barbarella” del partenopeo Ciro Sebastianelli, dall’orecchiabile “Bimba mia” proposta da Umberto Napolitano alla raffinata “Grande Mago” presentata con bravura da Nicoletta Bauce. Dal Festival di Castrocaro proviene Roberta alla quale è affidata però l’insulsa “Il sole la pioggia” che non va nemmeno in finale. Numerosi sono i gruppi presenti: i Kim and the Cadillacs che rockeggiano la loro “C’era un atmosfera” scritta da alcuni componenti dei Matia Bazar, i Pandemonium che cantano la provocante e dissacratoria “Tu fai schifo sempre” che presto diventa lo slogan di questo Festival, i Grimm con la loro debole “Liana”. Tra i partecipanti ancora da segnalare gli Ayx che mascherati propongono la dance “Ayx disco”, il gruppo francese Il etait une fois con il loro brano “Impazzirò” ed Antoine in gara con un brano fiabesco dedicato all’infanzia “Nocciolino”. Da ricordare che questo è anche il festival dell’immagine. Tutto è imperniato sulle coreografie alle canzoni che vengono presentate alla manifestazione; per questo Marinella goliardica cantautrice bolognese propone la sua “Autunno cadono le pagine gialle” portando sul palco una Fiat 500 tutta tappezzata di pagine stralciate dall’elenco telefonico, Enrico Beruschi noto comico per presentare la sua demenziale canzone, utilizza un coro numeroso di ragazze con cosce di fuori che si chiedono “Cos’è un fiore” alludendo all’organo genitale dell’uomo e Lorella Pescerelli appare con un abito che lascia intravedere quasi tutto per interpretare la sua “New York”. Ai posti d’onore si piazzano i Camaleonti con la più bella canzone di quest’edizione “Quell’attimo in più” che regala al gruppo una nuova giovinezza. Al secondo posto Enzo Carella che con Panella ha scritto “Barbara”. Il cantautore viene accompagnato sul palco da quattro ragazze con calzamaglia aderentissima e trasparente. A vincere questo festival è però Mino Vergnaghi autore del brano “Amare”, una delicata composizione poco adatta al clima festivaliero anche per al sua flebile costruzione musicale.Si chiude il sipario su quest’edizione che con la sua grande importanza al look ed all’immagine ci traghetta nel nuovo decennio che avrà il tanto sospirato “riflusso” anticipatoci dal buon Mike.
Canzoni finaliste
- Mino Vergnaghi – Amare (Fina’, Ortone);
- Enzo Carella – Barbara (Carella, Panella);
- I Camaleonti – Quell’Attimo In Più (Lavezzi, Avogadro, Pace);
- Collage – La Gente Parla (De Sanctis, Di Nardo, Marrocchi);
- Enrico Beruschi – Sarà Un Fiore (Pace, Conti, Panzeri);
- Franco Fanigliulo – A Me Mi Piace Vivere Alla Grande (Avogadro, Borghetti, Fanigliulo, Pace);
- Lorella Pescerelli – New York (Migliacci, Paulin);
- Kim & The Cadillacs – C’Era Una Atmosfera (Stellita, Cassano);
- Umberto Napolitano – Bimba Mia (Napolitano);
- Pandemonium – Tu Fai Schifo Sempre (Giordano, Mauro);
- Antoine – Nocciolino (Piccoli);
- Grimm – Liana (Lazzarini).