Il cantante sanremese di ‘Supereroi’ racconta ai microfoni radio come è nato il suo nome d’arte: ecco il perché di un nome così evocativo.
Mr Rain lo conosciamo tutti come il cantante di Supereroi, il singolo che ha partecipato nel 2023 nella gara big del Festival di Sanremo. Nella 73esima edizione il cantante ha commosso gli italiani con un brano che racconta la forza dell’unione, dell’affrontare le negatività del quotidiano appoggiandosi l’uno sull’altro, ma soprattutto quanto l’amore possa salvare dal buio.
“Sanremo mi ha cambiato la vita” ha dichiarato Mr Rain, il ragazzo dai capelli platino, durante un’intervista. La sua popolarità è si è accresciuta e il ragazzo ha finalmente potuto dare spazio alla sua musica, che nasce dal profondo, dai momenti più bui.
Nella 74esima edizione che inizierà a breve, Mr Rain è riuscito ad avere ancora una volta uno spazio: il suo nome fa parte dei 27 big in gara per il Sanremo del febbraio 2024, e intervistato da Radio Deejay ha deciso di sbottonarsi un po’ di più sulle sue origini, ma soprattutto sulle origini della sua musica, ciò che poi ha portato alla nascita di un nome d’arte così particolare ed evocativo, che sembra racchiudere molto di più nel breve soprannome.
Mr Rain è tradotto come il Signor Pioggia, ma per i parenti più stretti e per gli amici Mr. Rain è conosciuto col nome di Mattia Belardi. Nel 2013 ha anche partecipato a X Factor ma la sua strada si è fermata alle selezioni. Ha iniziato il suo primo tour nazionale nel 2014, aprendo numerosi concerti di artisti come ad esempio Fedez, Emis Killa, Fabri Fibra e tanti altri.
Nel 2020 prova a partecipare a Sanremo per la prima volta con Fiori di Chernobyl, ma il vero successo lo otterrà nel 2023 con Supereroi. Il nome d’arte è ispirato proprio alla sua produzione di musica che di solito si concentra nel periodo invernale, spiega l’artista. In particolare nei giorni di pioggia: l’uggiosità malinconica dei giorni piovosi ispira il cantante e lo connette alle sue emozioni più profonde.
“Riesco a entrare in sintonia con me stesso e forse a esprimermi meglio” spiega il cantante ai microfoni di Radio Deejay, “riesco a scavare meglio e a buttare fuori tutto quello che voglio dire, e basta, posso farlo solo quando piove”. Questa connessione con se stesso che compare con le giornate uggiose, sparisce completamente nei giorni di pioggia. Viene in mente allora la fatidica frase di Bruno Lauzi, poi erroneamente associata a Luigi Tenco, che recitava così: “Perché scrivi solo cose tristi?” – “Perché quando sono felice, esco”.
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