Ogni anno Sanremo assegna premi e riconoscimenti destinati a restare nella storia del Festival ma la curiosità di tutti è sapere quanto valgono.
Ci sono molti aspetti organizzativi che riguardano il Festival di Sanremo e che sfuggono al grande pubblico. Il primo, per esempio, è che se il direttore artistico della RAI è Amadeus – ormai per la quinta e (forse) ultima edizione – e se il format televisivo è della RAI, il vero organizzatore della rassegna canora è il Comune di Sanremo.
Ogni edizione è caratterizzata da un protocollo, un accordo importantissimo, che spesso viene discusso per mesi prima della sua approvazione, siglato dal comune della città dei fiori e dal consiglio di amministrazione della RAI.
É per questo che tutti i premi del Festival sono sempre assegnati da quelle che sono le due grandi istituzioni che sono qualcosa di più di un partner, il Comune di Sanremo e la Regione Liguria, che da molti anni promuove il proprio turismo con spot e citazioni. Ed è per questo che tutti i premi rappresentano quello che è uno dei simboli di Sanremo: il leone rampante appoggiato con le zampe anteriori su una palma.
Lo chiamano affettuosamente il Leoncino. Per non confonderlo con il Leone d’Oro attribuito dalla rassegna cinematografica di Venezia. Eppure il Leone di Sanremo è in assoluto uno dei simboli istituzionali più famosi del nostro paese. Le sue radici sono molto antiche.
Sanremo lo istituisce come simbolo fin dal medioevo, anche se inizialmente non era un leone, ma un leopardo, appoggiato tra due castelli. Il Leone aveva due corone, una sulla testa e una sopra lo scudo che rievocava anche la palma. Fu Napoleone a far cancellare le corone. E fu dopo l’annessione al regno di Sardegna che Sanremo recupera la sua corona. L’ultima versione è del 1928: con due corone, così com’era nel 1700.
Il trofeo del Festival di Sanremo è ovviamente uno riconoscimenti più ambiti nel nostro paese. Quest’anno alla 74esima edizione della rassegna sono molti gli artisti che lo hanno già portato a casa: Mahmood, addirittura due volte, Francesco Renga, Emma, Diodato, i Ricchi e Poveri. Senza contare quelli degli ospiti speciali: come Giorgia e Marco Mengoni.
Quest’anno la dinamica delle votazioni e anche quelle dei premi e dei trofei è un po’ cambiata rispetto alle ultime edizioni.
Le valutazioni delle canzoni in gara, ancora una volta, sono affidate a una serie di giurie che saranno diverse serata dopo serata. É scomparsa però la giuria demoscopica: circa 300 persone che si dividevano in gruppi di ascolto allestiti presso le sedi regionali della RAI.
La votazione finale, quella decisiva, sarà affidata al pubblico tramite il sistema di televoto da telefonia fissa e da telefonia mobile. Affiancata da una serie di giurie tecniche: quella della sala stampa dei giornalisti accreditati oltre che da quella della sala Tv e Web, composta da rappresentanti dei media accreditati al Festival e una terza Giuria delle Radio, formata da emittenti radiofoniche, nazionali e locali, che hanno sostituita le vecchie giurie demoscopiche.
Ogni serata è sottoposta a una votazione diversa: solo quella di sabato, la Serata Finale in programma sabato 10 febbraio, vedrà l’esecuzione delle 30 canzoni in gara con votazione affidata al pubblico attraverso il televoto. La media tra le percentuali di voto ottenute in Serata attraverso il Televoto sommata a tutte quelle ottenute nelle Serate precedenti determinerà una nuova classifica generale.
Solo a questo punto sarà svelata tutta la classifica, dal trentesimo posto al sesto, e le prime cinque classificate daranno vita a una ulteriore confronto, il cosiddetto play-off. L’ultima votazione quella decisiva, sarà affidata di nuovo a una votazione mista: Televoto (34%) Giuria della Sala Stampa, Tv e Web (33%) e Giuria delle Radio (33%). E decreterà la canzone vincente.
Quest’anno ognuno dei primi cinque classificati riceverà un premio. La prima domanda che risponderà a tutte le curiosità del grande pubblico è… no, non c’è un premio in denaro per chi vince il Festival di Sanremo. Nessun riconoscimento economico, nessun rimborso. Nulla.
In compenso si ha la soddisfazione di finire su un albo d’oro storico che viene definito eterno, una vera e propria hall of fame della canzone italiana. che vale molto in termini di indotto sotto l’aspetto di royalties, cachet per serate e concerti e ovviamente promozione radiofonica e televisiva. Difficile quantificare: ma il successo di alcune canzoni molto spesso è direttamente rappresentato da quello che ottiene a Sanremo.
Basti pensare a due casi: i Maneskin, miliardi di streaming dopo avere vinto Sanremo e l’Eurovision, e Mahmood, amatissimo e molto conosciuto anche all’estero.
Oltre al trofeo chi vince il Leoncino d’Oro avrà il diritto di rappresentare l’Italia alla prossima edizione dell’Eurofestival che si terrà in Svezia. Attenzione, non si tratta di un dovere, ma di un diritto. Spetta al vincitore scegliere se partecipare e con quale canzone. É già accaduto in passato che alcuni abbiano preferito rinunciare o presentare una canzone diversa da quella portata a Sanremo.
Confermati invece anche tutti i premi collaterali: quello della critica intitolato a Mia Martini assegnato dalla sala stampa, quello dedicato a Sergio Bardotti per il miglior testo, il Premio Lucio Dalla votato dai giornalisti web-radio-tv, l Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale – votato dai maestri dell’orchestra – e quello intitolato ad Enzo Jannacci destinato alla miglior interpretazione assoluta nel corso della serata delle cover.
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